Nel film “La grande scommessa” che racconta le vicende che portarono alla crisi dei mutui sub-prime del 2008, un investitore “visionario” coglie una serie di indizi e piazza un investimento milionario andando contro lo stato del sistema economico di allora, scommettendo di fatto su un crollo del mercato immobiliare causato dall’enorme insolvenza di milioni di persone.

Come sia andata a finire lo sappiamo bene.

Quell’investitore e coloro che partecipavano al suo fondo furono probabilmente tra i pochi che ne guadagnarono da quella crisi.

Perché ti racconto tutto questo?

Perché se sei un giovane architetto agli albori della tua carriera sei chiamato a rischiare di intraprendere una direzione, sperando poi di ricavarne degli utili.

Anche te sei chiamato ad “una grande scommessa”.

E proprio come nel caso descritto dal film, è necessario che impari ad analizzare i trend per anticipare i mercati e riscuotere.

Impossibile?

Non proprio, scommettendo sull’innovazione.

L’INNOVAZIONE IN ARCHITETTURA: IL POMPIDOU CENTER INSEGNA

Esiste già un esempio nella storia dell’architettura, e devo dire che la grande scommessa ha pagato utili più che buoni.

Il racconto del concorso del Pompidou Center ha abbandonato i canoni della storia per divenire una leggenda (almeno tra gli architetti).

Due giovani progettisti, Renzo Piano e Richard Rogers si presentarono in un concorso internazionale con una proposta che ritenevano quasi più provocatoria che “adeguata”.

Risultato? Il loro progetto fu scelto tra 681 progetti provenienti da progettisti di 49 paesi diversi e lanciarono le carriere internazionali di entrambi.

Da allora i due non si adagiarono certo sugli allori e sulla gloria passata e da 40 anni ci regalano architetture di ogni tipo in tutto il mondo.

Ogni giovane architetto sogna di ripercorrere quelle orme, tuttavia quel progetto non è stato frutto del caso, ma di anni di ricerche e sperimentazioni precedenti che trovarono il loro culmine in quel progetto, definito da molti  sotto molteplici punti di vista “innovativo”.

MIGLIORARE GRAZIE ALL’INNOVAZIONE

Mentre durante le vostre giornate compilate disegni su disegni per conto di altri, alla sera, insieme ai vostri compagni di corso o colleghi cullate i vostri sogni di gloria sognando di ripercorrere le loro orme.

Tuttavia, innovare non significa affidarsi ad una serie di algoritmi di Grasshopper al fine di partorire una forma “innovativa”.

Il significato della parola innovare ha due significati:

Creare ex novo, o modificare rispetto consuetudine oggetti, metodi, comportamenti.

Un’innovazione può derivare dal caso o dalla necessità; dalla situazione fortuita, o più spesso, dalla volontà nata dall’esigenza di un problema che non si è in grado di risolvere nei modi convenzionali.

Innovare non è solo sinonimo di inventare, innovare significa lavorare su elementi noti scoprendone nuove possibilità e applicazioni.

Quindi, se vuoi proporre progetti che attirino l’attenzione della giuria o che ti permettano di risolvere problemi usuali in forme inusuali rispondendo in maniera efficace alle esigenze funzionali e culturali a cui il progetto è chiamato a rispondere, continua a leggere questo articolo.

Ti spiegherò i principi dell’innovazione in architettura e di come applicarli ai tuoi progetti per avere una marcia in più.

Sei pronto?

Iniziamo dalla

DEFINIZIONE DI INNOVAZIONE

Quando si parla di innovazione si è soliti riferirsi ad un prodotto o processo.

Nel primo caso il risultato dell’innovazione riguarda gli aspetti materiali, nel secondo riguarda aspetti immateriali come le modalità di svolgimento di determinate operazioni o gli aspetti organizzativi e procedurali.

Secondo le attuali teorie l’innovazione può nascere dalla disponibilità di nuove conoscenze scientifiche (si parla in questo caso di research push nel senso che è la ricerca scientifica che produce innovazione) oppure da un’esigenza che si vuole soddisfare (si parla in questo caso di demand pull).

Le innovazioni nascono con l’obiettivo di dare una soluzione nuova ad un problema di cui si avverte l’esigenza ma si fatica a percepire una soluzione da ritenersi soddisfacente.Problema che non si è in grado di risolvere nei modi convenzionali.

La disponibilità di conoscenza (tecnica, scientifica o tecnologica) rappresenta il motore dell’innovazione.

COME INNOVARE

E’ possibile innovare mediante 3 modalità:

La prima consiste nel soddisfare esigenze che prima rimanevano insoddisfatte oppure proponendo un modo del tutto nuovo di farlo. Possiamo definire questo tipo di innovazione come innovazione fondamentale.

In riferimento all’edilizia l’introduzione del cemento è stata un’innovazione fondamentale.

Un secondo tipo di innovazione riguarda il trasferimento di elementi innovativi (oggetti, materiali, attrezzature, servizi eccetera) da un settore ad un altro: in questo caso possiamo definire le innovazioni come “adattive”.

Alcune innovazioni invece si sviluppano nel corso dell’evoluzione degli oggetti materiali e immateriali e si traducono in un miglioramento di un oggetto che già esiste.

Possiamo definire questo tipo di innovazioni come innovazioni funzionali.

In edilizia ad esempio, un profilato in alluminio per finestre dotate di taglio termico è un’innovazione funzionale rispetto allo stesso profilato in alluminio privo di taglio termico.

Affermare che il proprio obbiettivo è quello di produrre innovazione potrebbe apparire come un’ affermazione scontata ed assolutamente generica.

Affinchè acquisisca senso è necessario indirizzare gli sforzi verso due direzioni: la qualità degli edifici e quella dei prodotti edilizi utilizzati per realizzarli.

GLI STRUMENTI DELL’INNOVAZIONE

Produrre “edifici di qualità” significa trasformare il paesaggio urbano e gli standard di vita utilizzando e sperimentando nuove qualità dei prodotti e dei processi mediante l’utilizzo di:

Un approccio funzionale ai materiali

Il quale consiste nello sviluppo (ed utilizzo) di un materiale modificato ad una scala “micro” portando all’estremo una determinata caratteristica per rispondere ad una determinata esigenza (quale possono essere i cementi fibrorinforzati).

Un prodotto con le qualità di due materiali

Migliorando tutti i componenti e le prestazioni degli elementi utilizzati all’interno di un edificio (come porte, finestre, chiusure, impianti etc.) aumentano le prestazioni dell’edificio in materia di comfort, sicurezza, protezione dai rumori, abitabilità.

Industrializzazione delle lavorazioni

Spostando il nucleo delle lavorazioni dal cantiere all’industria tutta la filiera produttiva viene modificata. Un esempio in tal senso sono i prodotti prefabbricati o pre-assemblati e la tecnologia a secco.

Impiego dei robot

In edilizia questa tendenza inizia solo ora ad affacciarsi, tuttavia esistono già delle costruzioni realizzate mediante l’ausilio della stampa 3d.

Sviluppo dei materiali di sintesi

Con il cambiamento degli standard qualitativi richiesti in ogni ambito (dalle prestazioni termiche a quelle acustiche) sono necessari nuovi materiali che garantiscano tali requisiti, come i pannelli di areogel oppure i rivestimenti solid surface come il corian.

Impiego dell’informatica.

Il flusso di lavoro di un progetto è cambiato drasticamente passando nel giro di pochi anni da un’elaborazione carta e penna allo sviluppo di modelli virtuali regolati da norme precise BIM (tutt’ora in adozione).

LA STORIA DELL’INNOVAZIONE IN EDILIZIA (E COME USARLA PER PREDIRE IL FUTURO)

Come pensi che cambierebbe il tuo futuro professionale se ti dicessi che esiste un modo per prevedere il futuro?

Per prevedere il futuro non servono superpoteri, basta conoscere la storia, perchè la storia si ripete.

Sempre.

Quindi se vuoi cavalcare l’onda dell’innovazione come i migliori surfisti, è necessario conoscere un po’ di storia dell’innovazione edilizia dell’ultimo secolo.

Il ciclo edilizio italiano è stato caratterizzato negli ultimi cinquant’anni da tre periodi ben distinti che possiamo chiamare ondate. Contraddistinti da esigenze ben distinte dettate da contesti (storici e culturali) ben distinti.

E’ possibile affermare che la prima ondata sia stata contraddistinta da una domanda quantitativa, la seconda da un tipo di domanda qualitativa e quella attuale è contraddistinta da un tipo di domanda che possiamo definire sostenibile.

Onda n°1 fine della grande guerra:

L’eredità della guerra appena conclusa si tradusse in una richiesta impressionante di alloggi da fornire alla popolazione in tempi più brevi possibili.

La mole dell’esigenza, unita alla scarsa capacità produttiva della manodopera artigiana a garantire i ritmi di produzione necessari a rispondere alla sempre più pressante richiesta di alloggi spinsero i progettisti, le imprese e tutti gli attori coinvolti nell’edilizia a volgere tutti i loro sforzi verso le procedure della prefabbricazione.

Tempistica era la parola chiave, qualsiasi procedura che garantiva un abbassamento dei tempi di esecuzione era accolta a braccia aperte.

A una domanda pressante corrispose un’offerta “imprecisa”, più attenta alle qualità dell’economia che a quelle del buon costruire. Fu così che molte imprese e progettisti si impegnarono per fornire numerosi alloggi di scarsa qualità costruttiva nel minore tempo possibile.

Purtroppo la fretta si sa, è cattiva consigliera, e l’adozione sconsiderata di tecnologie di produzione prefabbricate portò a progetti che si rivelarono oltre che deficitari dal punto di vista qualitativo anche più costosi.

Onda n°2 Boom economico:

Come ogni onda che si rispetti, raggiunto il culmine inizia la decrescita. Dopo aver risposto alla domanda espressa in termini quantitativi, iniziò a farsi sentire l’esigenza di migliorare quelle che erano le condizioni qualitative della vita negli alloggi.

Forte di una qualità di vita che andava migliorando si iniziò a desiderare qualcosa più di un tetto (spesso scomodo) sotto il quale dormire, iniziarono a prendere forma i desideri di avere una casa più grande, meglio servita e meglio attrezzata.

Con il diffondersi di un nuovo tipo di domanda, i quartieri di case prefabbricate iniziarono ad apparire poco appetibili agli occhi dei potenziali proprietari (e di conseguenza ai progettisti ed alle imprese coinvolte nel progetto).

La nuove esigenze espresse, portarono alla diminuzione delle dimensioni dei singoli interventi edilizi, imponendo una profonda trasformazione delle tecniche costruttive le quali portarono a concentrarsi su un organizzazione più efficiente nel cantiere, imponendo una razionalizzazione dei getti di calcestruzzo all’interno delle casseformi per realizzare setti portanti e solette.

Onda n°3 Sostenibilità ambientale:

Correva l’anno 1973 quando si assistette alla prima crisi energetica, con l’aumento dei prezzi dei barili di petroloio da tre dollari a  27.

Questa crisi portò all’attenzione dell’opinione pubblica i consumi energetici delle case, le quali per sopperire alla scarsa attenzione con cui furono costruite relativamente ai contesti climatici erano tra le principali cause di consumo energetico.

Questa nuova esigenza, tutt’ora in corso ed in evoluzione spostò l’attenzione dal miglioramento dell’esecuzione cantieristica al miglioramento delle perfomance energetiche dell’edificio tramite il  progetto e l’approfondimento della scelta dei prodotti da applicare, degli impianti, dei materiali isolanti  e delle attrezzature per la misurazione ed il controllo dei consumi.

COSA RISERVA IL FUTURO

Trovarci nel cuore dell’onda può aiutarci a vedere le possibili nuove direzioni che saranno intraprese:

La limitazione dei rifiuti e la riduzione degli sprechi

Il riciclo, inteso sia come utilizzare materiali riciclati e sia come concepire l’edificio come “smontabile”.

Il recupero degli edifici esistenti, dandogli una nuova funzione

Il contenimento dei consumi energetici

L’impiego di tecniche e materiali a basso impatto ambientale

La diffusione della tecnologia “a secco” e la relativa smontabilità degli edifici.

L’emblema di questa “ondata green” è rappresentato dall’edificio del Lloyds di londra ad opera di Richard Rogers e Peter Rice.

CONCLUSIONI

Bene direi che ora sei pronto a piazzare la tua grande scommessa.

Grazie a questo articolo conosci:

i tre tipi di innovazione possibili e le loro origini

i possibili campi dove ricercare e sperimentare.

la storia dell’innovazione edilizia

la direzione futura.

Come sempre, un abbraccio e vai piano.

Mirko

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