Durante i miei anni universitari c’è stata una pratica che più di altri ho odiato: il ricalco.

Sono certo che ricalcare piante sezioni e prospetti avrà una valenza didattica che non riesco ancora a cogliere, tuttavia rimango convinto del fatto che un’esecuzione meccanica e ripetitiva non porti a nulla, se non perdere tempo, energie ed inchiostro su un esercizio fine a sé stesso.

Con questo non significa che studiare i grandi del passato sia inutile, anzi! Solo ritengo costruttivo capire e non copiare.

L’architetto che ho intenzione di illustrarti oggi, o quantomeno provarci, vista la vastità della sua opera e la profondità del suo pensiero è Carlo Scarpa.

Carlo Scarpa, nato a Venezia nei primi del ‘900, ambasciatore nel mondo dell’atmosfera unica di quella città. Cavaliere della raffinatezza e della magia proprie della città veneziana.

IL PROCESSO DEL PROGETTO

Quello che contraddistingue l’opera di Scarpa, o meglio, il dietro alle quinte, è il processo che porta a determinati risultati. Anche se cambiano le opere commissionate, anche se variano gli spunti iniziali, esistono degli elementi che rimangono invariati, come non può essere altrimenti per ogni ricerca che interessa una carriera professionale.

Varie testimonianze raccontano della passione che Scarpa aveva per i manufatti artigianali. Era capace di entusiasmarsi per un origami realizzato da un suo amico giapponese così come per dei bicchieri per il vino. Ogni manufatto realizzato con cura e perizia era motivo per lui di ammirazione e gioia.

Da questa sua indole si dipana la chiave compositiva delle architetture di Carlo Scarpa, in una ricerca continua del ben fatto, dell’elevazione della materia allo stato dell’arte.

Premetto che non ritengo possibile copiare un architetto in toto, penso che l’unica cosa possibile sia capire le ragioni delle sue scelte, i motivi che hanno fatto scattare determinate idee nella sua testa, per farli nostri e rielaborarli in chiave personale.

In quest’articolo ti descriverò questi elementi, queste tracce che Scarpa ha lasciato. Te li descriverò in termini di unità compositive, e più precisamente ti parlerò di:

Sostegno

Collegamento/raccordo

Incastro/snodo

Chiusura/apertura

Pieno/vuoto

Modanatura/profilatura

Superficie

Leggerezza

Questi temi li ritengo delle vere e proprie microlezioni di architettura, sia perché è possibile ri-elaborarli in chiave personale e sia perché è possibile ricercarli nelle sue opere, percependo quegli spazi con occhi diversi.

LE 8 MICROLEZIONI DI CARLO SCARPA

Bene, dopo questa introduzione direi che è ora di presentarti nel dettaglio le 8 microlezioni. Sei pronto? Iniziamo.

SOSTEGNO

Nei progetti di Scarpa tutti gli elementi portanti (non solo e non per forza solo quelli della struttura) come i pilastri, le pareti portanti, ma anche le cornici in ferro o legno per le opere d’arte, tutto ciò che piccolo o grande, architettura o oggetto d’uso, è una parte del tutto e generatore di spazio. La caratteristica che contraddistingue questi elementi è la loro caratterizzazione, a prescindere dalle loro forme o disegni, risultano sempre evidenti all’interno dello spazio rispettando la loro funzione di servizio agli elementi portati.

Villa Ottolenghi

Tomba Brion

Banca popolare di Verona

COLLEGAMENTO

Ogni piano posto ad una quota differente è legato all’altro attraverso un collegamento. Che sia una scala, rampa o un ponte poco importa. Questi elementi segnano il passaggio da un luogo ad un altro. Il carattere di questi spazi di transito caratterizza l’intero spazio. Guardando maggiormente nel dettaglio, per cogliere in pieno l’opera di Scarpa è necessario osservare “i collegamenti dei collegamenti”, gli elementi che legano insieme gli spazi di passaggio, che siano i gradini di una scala o il corrimano di un ponte.

Palazzo Abatellis

Fondazione Querini Stampalia

Museo di Castelvecchio

Negozio Olivetti

INCASTRO SNODO

La ricerca di Scarpa individua nei nodi un punto critico del suo fare architettura. Il nodo, inteso come punto d’innesto tra parti nel costruire, elemento di connessione della struttura, giunzione, scambio di piani e intreccio, dona ricchezza ad un’intera opera, definendo la sua tridimensionalità. Più scende di scala e va nel dettaglio, più Scarpa presta attenzione, bilanciando con cura l’accostamento dei diversi materiali che definiscono quel nodo.

Allestimento Galleria

Tomba Brion

Ponte della fondazione Querini Stampalia

CHIUSURA APERTURA

Nelle architetture di Scarpa gli elementi di apertura o di schermatura/ chiusura, assumono sempre un carattere unico. Non esiste un elemento contraddistinto da un disegno banale, ogni interruzione nella continuità di una superficie è contraddistinta da uno studio approfondito che rispetta la sua funzione di filtro nei confronti di aria e luce. Ogni apertura è contraddistinta da un sofisticato sistema di apertura che gli permette di ruotare o di scorrere, scomparendo all’interno dello spazio o acquisendo un carattere totalmente differente rispetto al precedente.

Fondazione Querini Stampalia

Banca Popolare di Verona

fondazione Querini Stampalia

Negozio Olivetti

PIENO VUOTO

Negli spazi progettati da Scarpa non è raro imbattersi in dei volumi che caratterizzano fortemente quello spazio, andando a sottrarre spazio alla stanza oppure aggiungendolo. Gli spazi di Scarpa sono contraddistinti dalla ricerca di un “gioco” di pieni e di vuoti, esaltati dai trattamenti delle superfici di tali volumi.

Museo di Castelvecchio

Villa Ottolenghi

Ampliamento della Gipsoteca Canoviana

MODANATURA/PROFILATURA

Nella sua ricerca e nelle sue opere c’è un dettaglio che più di ogni altro segna la differenza tra lui ed altri architetti operativi in quel periodo; il modo di contraddistinguere il limite di una superficie. Scarpa sottolinea il termine di una superficie a volte mediante degli accorgimenti che richiamano il barocco, ovvero l’utilizzo di profili quasi impercettibili (anche di pochi millimetri) per realizzare delle linee d’ombra che sottolineano i limiti di quella superficie o volume, a volte utilizzando fasce di materiale differente. L’effetto rimane comunque lo stesso: esaltare il profilo di quell’elemento.

Banca Popolare di Verona

Banca popolare di Verona

SUPERFICIE

La formazione durante i suoi anni all’accademia di belle arti si rivela nel modo in cui Scarpa gioca con le superfici, sfruttando le loro proprietà estetiche oltre che meccaniche.

Il modo in cui una superficie riflette la luce, in cui trasmette il colore, il contrasto che è possibile creare abbinando due superfici differenti, sono tutti temi indagati e presenti all’interno delle architetture di Scarpa, il quale sembra quasi trattare lo spazio chiamato a progettare alla stregua di una tela del suo corso di pittura.

Ammirando gli abbinamenti dei materiali da lui utilizzati è possibile notare l’accostamento di intonaci di differente granulosità, di superfici lucide accostate a superfici ruvide, di superfici dai colori complementari, o magari di materiali che presentano tutti i contrasti citati (per tipo di superficie e di colore).

Una citazione a parte merita l’utilizzo di Scarpa dello stucco veneziano, una tecnica portata a vette espressive elevatissime le cui possibilità espressive sono state esplorate in profondità dall’architetto Veneziano.

Negozio Olivetti

negozio Olivetti

casa Tabarelli

LEGGEREZZA

Secondo Calvino la leggerezza “si associa con la precisione e la determinazione” (Italo Calvino – Lezioni Americane).

Ammirando gli spazi di Scarpa è impossibile non rimanere colpiti dalla precisione dei suoi dettagli e dalla determinazione con cui ha ricercato e curato l’esecuzione “a regola d’arte”.

Materiali che nell’ideologia collettiva sono associati alla pesantezza come pietre e marmi, sembrano quasi sfidare la forza di gravità e levitare in aria. Un’impresa resa possibile grazie all’uso di elementi trasparenti come acqua e vetro.

La prima (penso) sintesi di una vita passata nell’unica città al mondo che unisce acqua, storia e materia per trasformarli in bellezza e poesia, i secondi invece sono uno degli elementi caratterizzanti l’artigianato delle isole circostanti la laguna (la collaborazione di Scarpa con la vetreria Venini è celebre) e presenti all’interno dei suoi progetti in ogni forma e colore.

Fondazione Querini Stampalia

ingresso della Facoltà di Architettura di Venezia (IUAV)

giardino dei Querini

tomba Brion

Vetreria Venini

Questi 8 temi fondendosi tra loro creano quel mix speciale ed unico che ha consegnato a Venezia ed al mondo degli spazi unici.

Grazie Carlo.

Bene direi che per oggi è abbastanza.

Abbiamo visto i temi che Scarpa era solito usare nelle sue opere.

Se la prossima volta che visiterai un suo spazio e presterai attenzione a:

I sostegni

I collegamenti/raccordi

Gli incastri/snodi

Le Chiusure/aperture

I Pieni/vuoti

Le Modanature/profilature

Le Superfici

La Leggerezza

Potrai forse godere di un’esperienza più piena e profonda.

Ti ringrazio per l’attenzione

Un abbraccio e vai piano!

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